Il teschio è un simbolo che tende ad attirare spesso l’attenzione su di sé. In effetti, trovo che sia molto espressivo e, soprattutto, che abbia una simbologia molto forte. Con questo post cerchiamo di scoprire un po’ di più sulla storia del teschio.
Tranquilli, questa non vuole essere una lezione avanzata di anatomia umana, ma solo un articolo in cui approfondiamo la conoscenza di quest’osso tanto celebre, amato e rappresentato!
L’evoluzione del teschio
Il teschio ha subito delle grandi trasformazioni nel corso della storia per arrivare ad avere la forma e l’aspetto di quello che ci caratterizza oggi come specie umana. A questo proposito, sempre interessanti e di grande fascino sono i ritrovamenti dei teschi dei nostri antenati ominidi.
A differenza dei nostri antenati, il nostro teschio si è sviluppato molto in altezza, con una evoluzione che ha portato alla sviluppo del mento e di una forma più arrotondata del cranio.
Il termine teschio deriva dal latino testulum, ovvero vaso di terracotta, ed è usato per riferirsi all’insieme delle ossa della testa, soprattutto di un defunto. Effettivamente il teschio è sempre stato relazionato con l’idea della morte ed ha iniziato a simboleggiare la transitorietà della vita, con tutte le sofferenze ad essa legate.
I teschi sono sempre stati una raffigurazione molto tipica nell’arte e nella vita dell’uomo in ogni secolo. Basti pensare all’uso fattone dai pirati, usato da sempre sulle loro bandiere come simbolo di morte e pericolo, ma anche alla seicentesca tragedia Shakespeariana di Amleto con il suo teschio, o ai bizzarri e suggestivi dipinti surrealisti di Dalì.
Curiosità sul teschio nella storia dell’arte
Il teschio nell’arte del 1600
Nell’immaginario collettivo i teschi sono stati da sempre relazionati con l’idea della morte e della caducità dell’esistenza, come espresso anche dal movimento artistico “Vanitas”, ovvero vanità in latino, che si riferisce ad un genere artistico sviluppatosi nel 1600 e che tra i suoi elementi caratteristici aveva proprio il teschio, a rappresentare la condizione effimera e mortale dell’essere umano. L’esistenza umana è collegata al senso di precarietà e caducità: è proprio questo quello a cui il teschio fa allusione, per ricordare agli uomini che il tempo passa e si estingue.
Still Life: An Allegory of the Vanities of Human Life, Harmen Steenwyck (1640)
L’esponente del Barocco italiano Guido Cagnacci avvicina la figura del teschio a quella di belle donne, invitandoci da un lato a riflettere sulla caducità della bellezza, ma anche ad indurre a consumare l’attimo sensuale e far affiorare il desiderio dell’eros nella sua urgenza.
Il teschio surrealista
Il concetto è portato alla sua massima espressione nel lavoro surrealista di Salvador Dalì In Voluptas Mors. Qui non è rappresentato un teschio qualunque: si tratta di un tableau vivant (quadro vivente) creato con i corpi di sette donne nude che posarono per l’artista catalano nel 1951 davanti alla fotocamera del fotografo Philippe Halsman. I concetti di morte e sesso sono uniti, il simbolo della vanitas e del thanatos (morte) è fuso con l’eros in una sola immagine.
In Voluptas Mors, Philippe Halsman (1951)
Il teschio nell’arte contemporanea
Più recentemente il teschio è entrato a pieno titolo tra gli elementi che caratterizzano l’arte contemporanea con For the love of God, in italiano Per l’amor di Dio, un’opera d’arte dell’artista inglese Damien Hirst del 2007. Si tratta di un vero teschio umano al quale sono stati applicati ben oltre 8600 diamanti e costato ben 16 milioni di euro. L’opera ha suscitato molto scalpore quando è stata presentata: la rappresentazione è provocante e ha dissacrato il tema della morte liberandola dall’alone di paura e dolore che porta con sé.
For the love of God, Damien Hirst (2007)
Il teschio è anche il grande protagonista di un volume del 2011 (Frenologia della Vanitas. Il teschio nelle arti visive, di Alberto Zanchetta) a lui tutto dedicato, nel quale se ne ripercorre la presenza nelle arti visive. Un testo consigliato se si vuole davvero scoprire di più sulla produzione artistica di questo motivo ricorrente nell’arte dell’uomo!